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sabato 12 maggio 2012

Una vita semplice

L'altra sera mi si è presentata l'occasione di vedere questo film e senza pensarci due volte sono andato a vederlo da solo visto che nessuno poteva venire con me!
...e così ho scoperto una piccola perla. Purtroppo non sono molto bravo a fare recensioni, quindi mi limiterò a scrivere qualche pensiero, qualche suggestione che questo film mi ha suscitato.
Il film racconta il rapporto fra Roger, giovane uomo di Hong Kong, e Ah Tao, da più di sessant'anni governante nella sua famiglia. Ah Tao, dopo essere stata colta da un infarto, decide di entrare in una casa per anziani. Roger si prende cura della donna rispettando comunque le sue scelte e la sua grande dignità. Ah Tao è una donna umile e gentile ma non per questo debole. Io direi che il suo personaggio è caratterizzato da una forza molto delicata, da una grande forza d'animo. Questa donna si ritrova nell'ospizio circondata da tutta una serie di tipi umani, da vecchietti tornati bambini: ho trovato toccante ma anche divertente la scena in cui questi anziani mangiano indossando dei bavaglini colorati e con disegnati dei pupazzetti... e infatti malgrado i forti temi affrontati non manca qualche sorriso durante il corso del film! 
Il centro della pellicola è il tenerissimo rapporto che c'è fra Roger e Ah Tao, un rapporto di profondo affetto e rispetto reciproco, quasi più di un rapporto fra madre e figlio.
Anche questo film è ricco di "silenzi non silenzi", momenti in cui le emozioni sono lasciate libere di vibrare nell'aria senza che ci sia qualche dialogo che le spieghi. Bastano gli sguardi per penetrare nelle sensazioni dei personaggi. E questo è ciò che tendenzialmente apprezzo di più nei film orientali!
Qualche lacrimuccia scende verso la fine del film! Ma nonostante i temi della vecchiaia, della morte, della malattia la sensazione che lascia è dolce e scalda il cuore. In inglese lo definirei proprio un film "heartwarming" (che io sappia non esiste in italiano un aggettivo che renda l'idea!)



Insomma la visione è caldamente consigliata!

mercoledì 14 marzo 2012

Poetry

Torno dal cineforum or ora...! 
Il film in programma era Poetry del regista sud coreano Lee Chang-Dong.
Ho deciso di scriverne qualcosina nel mio piccolo blog prima che mi passino dalla testa tutti i pensieri che il film ha suscitato in me.
La protagonista è una signora sessantacinquenne che ha a che fare con una serie di difficoltà: una figlia lontana, un nipote adolescente scontroso e schivo e l'alzheimer. Nonostante tutto cerca di andare avanti con positività finché un evento scuote la sua esistenza: una studentessa della scuola locale si uccide. La causa della scelta estrema pare risiedere in delle molestie sessuali subite da un gruppo di studenti fra i quali è coinvolto anche il nipote della protagonista. La signora sconvolta dalla vicenda pare non sapere come affrontare la cosa mentre i genitori degli altri ragazzi vogliono risolvere la cosa con un risarcimento in denaro. L'unico conforto della signora è un corso di poesia tramite il quale si mette in cerca dei segni di bellezza che la circondano. Quindi si mette in ricerca dell'ispirazione per poter finalmente scrivere una sua poesia. 



I genitori degli altri ragazzi coinvolti pensano di risolvere tutto con i soldi. Ma un risarcimento in denaro risolverebbe veramente qualcosa? Veramente finirebbe tutto il dolore che la vicenda ha causato? Probabilmente no... e la protagonista è l'unica a capirlo. 
Ciò che mi ha più colpito sono i silenzi. Molto più carichi di significato e di emozioni rispetto ai dialoghi. Il dolore è talmente forte che non si trovano le parole per esprimerlo, anzi, non c'è bisogno delle parole per esprimerlo. E infatti nonna e nipote non parlano mai esplicitamente di ciò che è successo. Non c'è bisogno di urlare, fare confusione; non c'è bisogno di inutili drammatizzazioni.


Questo concetto, molto orientale, forse è estraneo alla società occidentale che ha bisogno di parole, immagini veloci ed esplicite per capire. Quindi mentre sullo schermo scorrevano immagini di paesaggi bucolici, piccole case orientali e strade trafficate in cui si trovava la buffa protagonista adornata di cappellino in stile un po' "british", alcune persone uscivano dal cinema perché troppo annoiate.

mercoledì 14 settembre 2011

Flags of Our Fathers

Ho visto questo film una settimana fa ma visto che avevo promesso di parlarne un attimo.... eccomi qua!

"La trama del film ruota intorno alla celebre fotografia scattata dal Premio Pulitzer Joe Rosenthal durante la battaglia di Iwo Jima, foto che ritrae cinque marines ed un marinaio intenti ad issare una bandiera statunitense sul monte Suribachi.
Ecco la foto originale...
Lo scrittore James Bradley, figlio di uno degli uomini che alzarono la bandiera americana: l'infermiere della marina John Bradley, decide di cercare altri reduci di quella spedizione militare e chiedere loro cosa realmente fosse successo in quei giorni. Bradley constata presto che molte delle cose che il mondo crede di sapere sulla foto e sulla battaglia sono sbagliate, soprattutto perché essa fu assunta come simbolo della vittoria mentre in realtà fu scattata solamente il quinto di trentacinque giorni di sanguinosa battaglia.
Il dipartimento militare che visionò la foto, fortemente simbolica, ritenne di poterla usare come potente mezzo di propaganda....."

Non sono un fanatico dei film di guerra ma questo mi è piaciuto perchè pone l'attenzione su un episodio della seconda guerra mondiale un po' dimenticato dalla storia e sul contrasto fra la visione cruenta e dolorosa della guerra vissuta dai soldati e la visione superficiale e propagandistica degli imprenditori e dei politici.
Il film vede la guerra dal punto di vista degli americani ma ne esiste un altro che segue il punto di vista dei giapponesi sempre di Clint Eastwood. Prossimamente lo visionerò!

venerdì 2 settembre 2011

Tutto su mia madre

Film molto particolare... del resto è di Almodovar!

Il film inizia con la morte di Esteban, figlio diciassettenne della protagonista Manuela. Quella sera erano andati entrambi a vedere lo spettacolo teatrale Un tram chiamato desiderio. Alla fine dell'esibizione Manuela ed Esteban avevano atteso all'uscita Huma, attrice dello spettacolo, per un autografo. Ma quella notte pioveva a dirotto e l'attrice, una volta uscita dall'edificio si era infilata subito in macchina ed era fuggita via. Esteban aveva rincorso allora l'autovettura, ma era stato investito ad un incrocio.

Dopo la morte del figlio, Manuela decide di partire per Barcellona alla ricerca del padre di Esteban. La donna aveva da sempre nascosto al figlio l'identità del padre, cosicché il ragazzo aveva sempre covato nel cuore il desiderio di conoscerlo ed incontrarlo. Così, come per soddisfare l'ultimo desiderio del figlio, Manuela va alla ricerca del suo ex compagno che ora è una transessuale che vive a Barcellona e si fa chiamare Lola.

L'ho visionato con mia mamma e lei è stata più perspicace di me. Infatti ci sono due letture della vicenda:
una che corrisponde alla storia, al seguirsi degli eventi e una molto più profonda e intima, quasi simbolica.
Mentre guardavo il film non riuscivo a cogliere questo aspetto... Mi sembrava solamente una storia inverosimile e un pochino torbida.
Però a film finito ho acceso il pc e ho cercato su internet il significato di questa storia:
è una sorta di elogio alla figura femminile in tutte le sue forme, alla donna come persona in grado di accettare e affrontare qualsiasi cosa come morti tragiche, malattie, emarginazione, droga, prostituzione. Nonostante le vite complicate, le sofferenze, le scelte a volte discutibili le protagoniste si vogliono bene, non giudicano MAI e sono ancora capaci di guardare avanti e sognare.

"Labbra, fronte, zigomi, fianchi e culo. Un litro sta sulle centomila, perciò fate voi il conto perché io l'ho già perso. Limatura della mandibola, settantacinquemila, depilazione definitiva col laser, perché le donne vengono dalle scimmie tanto quanto gli uomini, sessantamila a seduta, dipende da quanta barba una ha, normalmente da una a quattro sedute. Però se balli il flamenco ce ne vogliono di più, è chiaro. Bene, quello che stavo dicendo è che costa molto essere autentica, signora mia. E in questa cosa non si deve essere tirchi, perché una è più autentica, quanto più somiglia all'idea che ha sognato di se stessa."

mercoledì 31 agosto 2011

L'appartamento Spagnolo


"Quando si arriva in una città nuova non ci sono che strade a perdita d'occhio e file di palazzi privi di senso.
Tutto è misterioso, vergine.
Un giorno avrei abitato in questa città, percorso le sue strade fin dove lo sguardo si perdeva.
Avrei esplorato questi palazzi, vissuto delle storie con questa gente.
Vivendola, la città, questa strada l'avrei imboccata dieci, cento, mille volte.
DIECI. CENTO. MILLE VOLTE. Urquinaona.
Basta un attimo e tutto questo ci appartiene, perchè ci abbiamo vissuto.
Sarebbe successo anche a me, solo che non lo sapevo ancora. Urquinaona.
Questo nome dal suono vagamente sioux si andava ad aggiungere alla lunga lista
di parole in origine stravaganti che accumuliamo in qualche angolo del cervello.
Urquinaona. Ormai troneggia accanto a catapulta, upupa, decupito,cumulonembo, ulambato, Uma Thurman.
È diventato normale e familiare.
Un giorno quando sarò tornato a casa, anche la peggior sfiga si tramuterà
in un'avventura straordinaria, in virtù del fatto, del meccanismo idiota per cui i giorni più tetri di un viaggio e i momenti più sordidi sono quelli che tendiamo a raccontare con maggior entusiasmo....."

Altro bel film che avevo noleggiato in biblioteca!
Un ragazzo francese di nome Xavier decide di partire per un anno di Erasmus a Barcellona. Lì avrà a che fare con culture diverse dalla sua e nuove esperienze che gli chiariranno le idee su chi è e chi vuole essere.


sabato 27 agosto 2011

Cucina!

Oggi ero a casa da solo...
Mi era venuta voglia di cucinare e ho preparato dei Muffin.
Non sono venuti perfetti e ho sporcato mezzo pentolame di casa ma il risultato è accettabile! Ho addirittura messo sopra la glassa al cioccolato e gli zuccherini colorati. UAU

Mi sono anche guardato un film che ho preso in prestito in biblioteca:


"La Banda"

Il film racconta le vicende dei componenti di una banda musicale egiziana, in Israele per un concerto, che per errore si ritrovano in un paese sperduto e vengono ospitati da una famiglia locale.
All'inizio sembra prevalere l'incomunicabilità; poi, durante la serata, ognuno si apre per confidare, in particolare attraverso la musica, le proprie paure e speranze.

(Descrizione tratta da wikipedia!)

Il film era forse un po' lento ma, a mio parere, interessante! Bisogna imparare ad ascoltare anche i silenzi per apprezzarlo.
Ultimamente gradisco molto questi film poco commerciali. Nel cinema di nicchia si possono trovare perle molto preziose.

giovedì 21 luglio 2011

Momento delirante!

Chiquita madame de la martinique...!


Tratto dal film "Lezioni di felicità": delicato film francese che narra le vicende della sognante e stralunata signora Odette Toulemonde.
Consigliato!

"Odette Toulemonde è una donna di circa quarant'anni e lavora come commessa nel reparto profumi di un grande magazzino: vedova da dieci anni, vive a Charleroi, in una casa popolare, insieme ai due figli Rudy, un parrucchiere omosessuale, Sue Helen, diplomata e disoccupata, e a Polo, ragazzo di Sue Helen. Nonostante le difficoltà, Odette è felice e vive in un mondo tutto suo, fatto di ottimismo e buonumore.
Deve il suo atteggiamento di grande positività soprattutto alla lettura dei romanzi di Balthazar Balsan, autore di best-sellers di grande successo: bello, ricco, famoso, sposato con una donna affascinante e padre di un ragazzino, l'autore è insicuro e cova in sé un cupo pessimismo e un malcelato malessere. Anche la sua carriera attraversa un momento di crisi: il suo ultimo romanzo è stato stroncato dal celebre critico parigino Olaf Pims e il suo editore ha minacciato di non pubblicare più le sue opere...."

giovedì 28 aprile 2011

MOVIES - Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek

"Normalità... che brutta parola!"

Quando un film capita al momento giusto! Mi è capitato di vederlo un po' per caso su sky qualche settimana fa. Mi è piaciuto molto. Divertente e a tratti commovente. Forse alcune situazioni sono un po' stereotipate ma in fondo è una commedia che vuol trattare tematiche scottanti e profonde senza rinunciare alla leggerezza.
Da notare anche la colonna sonora molto apprezzabile a mio parere! 

TRAMA
La mediocre tranquillità altoborghese della famiglia Cantone, proprietaria da decenni di un pastificio salentino, viene irrimediabilmente stravolta dal coming out del primogenito Antonio (Alessandro Preziosi). Cacciato di casa e dall'azienda, sarà in qualche modo "rimpiazzato" dal minore Tommaso (Riccardo Scamarcio), tornato da Roma con l'intenzione di dichiarare finalmente la propria omosessualità e le aspirazioni letterarie. Per non compromettere ulteriormente la situazione, soprattutto in seguito al collasso subito dal padre (Ennio Fantastichini), Tommaso continuerà a fingere. Solamente la nonna (Ilaria Occhini), che da una vita custodisce il ricordo di un amore impossibile, saprà consigliare al nipote "di non farsi mai dire dagli altri chi deve amare" e di sbagliare per conto proprio.


Malgrado non sia un attore che apprezzi così tanto, il balletto iniziale di Scamarcio mi fa troppo ridere!